Una delle domande che ci sentiamo porre più di frequente è: “Che differenza c’è tra teina e caffeina?”. 

La risposta più semplice è: nessuna! In effetti parliamo di due sostanze (alcaloidi, per la precisione!) stimolanti, con la stessa identica composizione chimica, ma che prendono due nomi differenti se si trovano nel tè o nel caffè. Lo stesso alcaloide si trova infatti in altre piante come il mate o il guaranà e cambia nome – indovinate un po’? – in mateina e guaranina! Lo troviamo anche nel cacao e nella cola… 

Ma esiste anche una risposta un po’ più complessa che nasce da un’analisi più approfondita delle due sostanze che ospitano questo alcaloide. Quello che cambia, innanzitutto, è la concentrazione e la quantità del principio attivo che determina di fatto gli effetti sul nostro organismo (in una tazza di espresso ci sono all’incirca 80mg di caffeina, contro i circa 40mg di una tazza di tè).

L’altra grande differenza è la rapidità di assorbimento: i polifenoli presenti nel tè rallentano l’assorbimento della teina, quindi noteremo gli effetti di una tazza di tè più lentamente, ma avranno una durata più prolungata! La teina ha la capacità di stimolare il Sistema Nevoso Centrale, senza però eccitarlo istantaneamente come avviene con la caffeina: la conseguenza è che è un ottimo alleato quando dobbiamo mantenere a lungo la concentrazione come può succedere nei periodi di studio per un esame o come accade ai monaci che devono affrontare lunghe meditazioni notturne. Inoltre nel tè è presente anche la teanina, un amminoacido coinvolto nella trasmissione degli impulsi nervosi, che, con le sue proprietà rilassanti (stimola il Gaba, un neurotrasmettitore ad azione inibitoria), a sua volta contribuisce a contrastare gli effetti eccitanti della teina.

C’è anche da considerare la differente modalità di estrazione da cui si ricavano le due bevande:  il tè si ottiene per infusione, il che fa sì che contenga meno caffeina di un caffè preparato per percolazione, sebbene in origine sembra che sia la foglia di camelia a contenere una concentrazione più alta dell’alcaloide rispetto ai grani di caffè. Teniamo comunque presente che in ogni caso un caffè espresso presenta meno caffeina di uno preparato con la moka e ancor meno di un caffè americano. 

Non dimentichiamo, infine, che un altro elemento che complica la questione è che a seconda della varietà della pianta di origine, della selezione e della lavorazione può variare anche il contenuto di caffeina, tanto nel tè quanto nel caffè: una Arabica contiene meno caffeina rispetto a una Robusta, così come un Bancha ne contiene di meno rispetto a un Long Jin. Altri fattori che possono alterare il contenuto di caffeina sono l’età delle foglie, l’altitudine a cui sono state coltivate le piante, la temperatura ed il tempo di infusione.

C’è poi un altro mito da sfatare! 

Un luogo comune molto frequente è quello di ritenere che tè molto chiari siano più “leggeri” rispetto a tè molto scuri, come se il colore delle foglie (e del liquore) fosse un indicatore attendibile del contenuto di caffeina del nostro tè! Quindi il messaggio che arriva è che nel tè verde ci sia meno caffeina rispetto al tè nero…ovviamente non è così, anzi paradossalmente in media è il contrario! Semplicemente la caffeina del tè si lega ai polifenoli, che quindi la rendono un po’ più difficile da assorbire. Va da sé che tè con alta percentuale di polifenoli risultano più  “leggeri”, da qui l’effetto più debole dei tè verdi sul nostro organismo